martedì 21 aprile 2015

Apatia primaverile

Come ogni anno, in questo periodo, faccio i conti col mio fisico e la mia mente.
Mi succede sempre: arriva il mese di aprile e perdo l’entusiasmo per ogni cosa.
Anche la resistenza fisica ne risente: domenica scorsa ho avuto un impegno importante, alla fine del quale ero esausto, sovraccarico e dolorante. Ieri pomeriggio ero un morto vivente, e solo stamattina mi sono ripreso un po’. Ho anche un leggero mal di schiena, per colpa di quel maledetto impegno di domenica.
Cosa ho fatto domenica? Ho dovuto conoscere un ragazzo che in teoria dovrebbe essere simile a me in quanto è Asperger come me, ma in realtà è il mio esatto opposto: lui è spigliato e ama parlare di sesso, io no, sono più sentimentale e ingenuo. Lui cammina velocemente, io non ce la faccio a fare due passi che mi sento male. Come cazzo fa ad avere tutta quella energia?
Io non riesco a fare un cazzo, procrastino tutto, la mia mente si blocca alle cose semplici, anche solo per scrivere un commento su Facebook, e forse è Internet a contribuire al mio malessere.
Non riesco neanche ad avvertire l’emozione dell’imminente trasloco, ma tanto ormai è questione di pochi giorni: appena vedrò gli scatoloni, finalmente proverò qualcosa.
Forse dovrei migliorare la mia alimentazione, ma purtroppo non ne ho mai avuto voglia e spero di “svegliarmi” prima che sia troppo tardi, prima che il mio corpo ceda definitivamente, prima che autunno e primavera diventino drammaticamente uguali per me. Chissà avrò la stessa energia fisica di chi si sta preoccupando per il nostro trasloco, che non è affatto una cosa facile.
Dovrei considerarmi fortunato perché questo 2015 si sta svolgendo in maniera molto più serena rispetto agli anni precedenti, soprattutto rispetto a un 2014 infernale che non mi va di raccontare.
Inoltre, quest’anno la primavera, il periodo più apatico dell’anno, coincide non solo con il trasloco, ma anche col mio primo incontro con una persona conosciuta su internet.
Il mio primo incontro dopo quasi sette anni di utilizzo del web da parte mia, sette anni di emozioni “virtuali”, di arricchimento interiore, ma anche di cocenti delusioni, insulti ricevuti, porte in faccia, calci in culo (metaforicamente parlando) e diversi pericoli, anche gravi, scampati per poco.
Ho preso questa decisione in maniera estremamente ponderata e sapendo più o meno che persona è, viste le tante delusioni avute sia nella vita reale sia nel web, e visto il fatto che nel web gira tanta brutta gente che può arrivare a farti il lavaggio del cervello se non tieni la situazione sotto controllo.
L’appuntamento sarà a maggio ed io sono già ansioso. Non sembra, ma ansia e apatia sono molto vicine e confinano tra loro, come Israele e la Giordania.
Mi scuso per il riferimento geopolitico azzardato, ma dire che “ho la cazzimma” non mi renderebbe l’idea, poiché non sono napoletano e non so bene che significa.
Se dovesse andare male, me ne assumerò tutta la responsabilità. Nel frattempo, penso agli scatoloni, tanto non avrò molto da fare, faranno tutto gli altri, ma mi piacerebbe aiutare un po’ giusto per sentirmi utile ed entrare nell’atmosfera. Sempre se la mia bassa resistenza fisica me lo permetterà. Staremo a vedere. Il resto sono solo sproloqui in libertà, forse troppa libertà.

venerdì 20 marzo 2015

Recensione Canzoni Eurovision 2015 (parte 2)

ALBANIA
Elhaida Dani è la popstar che nessuno conosce, almeno fino ad oggi. Due anni fa ha vinto “The Voice of Italy”, ma non ha ancora azzeccato una canzone che possa valorizzarla. La grinta non le manca, con “I’m Alive” potrebbe fare centro.

ARMENIA
L’attesissimo supergruppo, i cui membri sono stati svelati gradualmente uno ad uno, non ha tradito le aspettative. Un invito ad affontare a testa alta i sentimenti e le fragilità umane, con un’atmosfera quasi da musical. Buone possibilità di vittoria. Il titolo è stato cambiato per evitare malintesi a sfondo politico.

AUSTRIA
Wow che bello! Il Paese ospitante sceglie una canzone soft rock in puro stile anni ’80, adatta per le serate romantiche a lume di candela. È raro ascoltare perle di questo genere in un contesto come l’Eurovision.

FRANCIA
Questa canzone ci invita a non dimenticare le cose belle spazzate via dalla cattiveria degli altri, in modo da poterle ricostruire. Un testo purtroppo attuale, visti i fattacci che stanno sconvolgendo il mondo intero. Vi consiglio di leggere la traduzione, è commovente.

IRLANDA
A quanto pare quest’anno le ballad la fanno da padrone. In questa c’è una tanto rassicurante quanto noiosa atmosfera da teen drama americano. Il vicino Regno Unito ha fatto benissimo a non scegliere gente come Birdy, sarebbe stato tutto troppo monotono.

ISRAELE
Come impressionare il pubblico avendo solo tre minuti a disposizione? Basta giocare con i diversi generi musicali, pop, r&b, soul, hip-hop senza avere la pretesa di saperlo fare e metterci un testo stupido, una melodia mediorientale nel ritornello e, alla fine, dire “3 minutes, bye bye”, creando così la tipica canzone “eurovisiva” tutta da ballare. Ascoltare con cautela, è difficile togliersela dalla testa.

LITUANIA
Che coppia affiatata! Questo brano mette allegria, c’è anche il bacio durante l’esibizione, finalmente una canzone d’amore che non sia la solita lagna.

F.Y.R. MACEDONIA
Tra le prime canzoni selezionate in ordine di tempo, non mi ha mai attratto, ma la nuova versione è ancora peggio. Sarebbe stato meglio per lui portare sul palco la versione originale in macedone con l’arrangiamento originale. I disegni animati del video seguono il testo. Questa idea negli anni ’80 era innovativa, oggi non fa più effetto.

MOLDAVIA
Spesso si dice che l’Eurovision Song Contest sia una manifestazione dove trionfa il trash e il kitsch. Io anni fa, quando l’Italia non partecipava, neanche sapevo della sua esistenza, ma da quel poco che so, in quegli anni il trash la faceva da padrone. Ecco, Edward Romanyuta, ucraino che va a gareggiare per la Moldavia, con questa canzoncina che ricorda “Just A Little” dei Liberty X farà rivivere quelle atmosfere agli “eurofans” storici.

MONTENEGRO
Una delle poche nazioni a cantare nella propria lingua, in questa canzone malinconica ci sono gli strumenti tradizionali di quelle zone. Forse l’outsider di questa edizione.

NORVEGIA
Il testo parla di conflitti interiori, la musica nell’ultimo minuto ha un crescendo emozionante. Al primo ascolto non mi diceva niente, ma dopo ripetuti ascolti ci ho ricreduto e ora è diventata la mia preferita dell’ESC 2015.

POLONIA
Altra ballad anonima di cui ci dimenticheremo presto. I polacchi devono ancora riprendersi dallo shock provocato dalle sexy lavandaie dell’anno scorso.

PORTOGALLO
In un Eurofestival in cui tutti ormai cantano in inglese, sentire qualcuno che canta in lingua è già una boccata d’aria fresca. Il portoghese è musicalmente una bella lingua e questa canzone, pur essendo tiepida, è più solare rispetto a molte altre in gara.

REPUBBLICA CECA
Lui è il Chad Kroeger ceco, lei non so. Le loro voci sarebbero più adatte per una canzone rock, e invece ecco qui l’ennesima ballad, stavolta con una forte componente dark che la rende ipnotica. Improbabile la vittoria.

ROMANIA
Dopo anni di truzzate, quest’anno i rumeni commuovono con una canzone che parla di abbandono e di emigrazione alla ricerca di un futuro migliore. L’ho ascoltata più volte perché mi sono intrippato per la voce del cantante. Spero che scelgano di cantare la versione originale in rumeno.

RUSSIA
Ancora ballad? Che palle! Vabbè, qui siamo sul genere di Leona Lewis e di Beyoncé ai tempi di Halo, una canzone ferma al 2008.

SAN MARINO
Dopo tre anni consecutivi di Valentina Monetta, la piccola repubblica lancia i concorrenti più giovani di quest’edizione. Lui 16 anni, già vincitore a “Ti lascio una canzone”, lei ne compirà 16 ad aprile. Portano una canzone che di giovane non ha niente e che passerà inosservata. Nessuno scommette su di loro. Sarà, ma a me la canzone piace molto. Forse con una produzione più curata avrebbe più séguito.

SPAGNA
A mio parere, obiettivamente, il miglior arrangiamento dell’Eurovision 2015. “Amanecer” è lontana dallo stereotipo della canzone spagnola e mette d’accordo tutti. Probabilità di vittoria molto alte.

SVEZIA
Coreografia spettacolare, con disegni di luce animati e stilizzati: un’esibizione così, a Sanremo, possiamo solo sognarcela. Per i bookmakers, Måns Zelmerlöw è il vincitore di quest’anno, ma spero si sbaglino di grosso poiché trovo irritante la canzone.

AUSTRALIA
Chiudo questa “recensione” con il Paese che segue l’Eurovision da anni nonostante si trovi dall’altro capo del mondo e che quest’anno vi partecipa in via eccezionale. Se dovesse vincere, non potrà organizzare la prossima edizione in Australia ma la tv australiana dovrà farlo in territorio europeo. Per andare sul sicuro, la terra dei canguri ha scelto una canzone che dopo due/tre ascolti stanca. La musica rimanda subito a “Troublemaker” di Olly Murs, è l’unica cosa a brillare in questo brano. Beh, almeno non è una ballad, quest’anno ce ne sono tante.


Preferisco non continuare, non so cosa dire sulle canzoni che non ho citato.
Aspetto di leggere altre recensioni decisamente migliori della mia, e nel frattempo se volete lasciate un commento. Vi lascio con la mia personale Top 40 che ho realizzato dopo giorni di ascolti ripetuti, duro lavoro e bestemmie varie causate dal malfunzionamento dell’unico programma di video editing che posso usare su ’sto cavolo di pc.


mercoledì 11 marzo 2015

Recensione Canzoni Eurovision 2015

Sul web si inizia a parlare di Eurovision Song Contest, il festival che ogni anno porta il pop-kitsch nelle case di tutti gli europei (e non solo), tranne gli italiani. Qui la kermesse non è abbastanza famosa, tanto abbiamo già Sanremo, che ce ne facciamo di un altro festival? Solo l’anno scorso la manifestazione ha fatto parlare di sé grazie alla vittoria di Conchita Wurst, drag queen molto discussa ormai diventata oggetto di battute e memes. Ma bando alle ciancie, in questi giorni ho ascoltato un po’ di canzoni che parteciperanno quest’anno e sono qui per dirvi la mia:

BELGIO
Signore e signori, abbiamo qui la risposta maschile a Lorde. Questo Loïc Nottet potrebbe essere chiunque, anche Randy Marsh. Scusatemi, ma sono un fan di South Park e mi è venuto in mente… cominciamo bene la recensione… LOL.

BIELORUSSIA
Anche quest’anno, l’ultima dittatura d’Europa sfoggia una canzoncina pop anonima di cui ci dimenticheremo subito dopo la fine della kermesse. Lui cantante, lei violinista che gli fa eco.

CIPRO
Giannis Karagiannis propone una ballad acustica e malinconica in stile “More Than Words” degli Extreme, con un pizzico di Damien Rice. Un buon ritorno in punta di piedi per l’isola di Afrodite. Preparatevi a leggere altri nomi a casaccio durante questa mia “recensione”.

DANIMARCA
Avete presenti le boyband di fine anni ’90? “The Way You Are” è la tipica canzone che avrebbero potuto cantare i Boyzone o gli ’N Sync una quindicina di anni fa. Il nome “Anti-Social Media” fa molto hipster/indie/radical chic, ma la band non è nulla di tutto questo. Però che bello ogni tanto ricordare i tempi in cui non c’erano social network e smartphone!

ESTONIA
Questa è la canzone che ha conquistato dal primo ascolto sia me che la maggior parte degli “eurofans”, che la danno per favorita. Lui produttore affermato in patria, lei concorrente di un talent show, e si sente. Indie-pop elegante, se la cantasse Gotye sarebbe già una hit. Come “Gotye chi?”, ve lo siete già scordati?

FINLANDIA
Una punk band formata da persone con sindrome di Down e autismo che sta facendo discutere il web e che ha già battuto due record: è la prima punk band a gareggiare all’Eurovision e la canzone più breve nella storia del festival (dura solo 95 secondi!). “Non votateci per compassione”, dicono in un’intervista. E fanno bene. Pochi cazzi, questa è filosofia punk, e allo stesso tempo l’ennesima dimostrazione che i disabili in Nord Europa sono ben inseriti nella società. La musica però è inascoltabile e mi ricorda un certo GG Allin di cui vi risparmio i link.

GEORGIA
La canzone parte bene ma purtroppo si perde nel ritornello. Da dimenticare.

GERMANIA
Canzone pop gradevole, anche se è praticamente copiata da “Glitter & Gold” di Rebecca Ferguson. Sì, devo ammetterlo, la trovo gradevole proprio per questo. Mi fa riflettere sul fatto che due canzoni simili possono provocare nell’ascoltatore emozioni simili. Essendo tra le “Big 5”, la Germania è già finalista di diritto, ma dubito riuscirà a classificarsi in alto.

GRECIA
Alle selezioni nazionali tifavo per la dance dei C:Real, famosi da anni in terra ellenica. E invece ha vinto una ballad troppo somiglianze alla canzone vincitrice dell’anno scorso. L’ho sentita solo tre volte, ma già la trovo insopportabile. Il Paese più povero d’Europa anche stavolta potrà dormire sonni tranquilli, sicuro di non organizzare la prossima edizione.

ISLANDA
La patria di Bjork, dei Múm e dei Sigur Rós porta all’Eurovision una canzone che potrebbe benissimo cantare Taylor Swift o Ariana Grande. Se non vi piace il pop commerciale americano, passate pure avanti, o tornate ad ascoltare i tre succitati gruppi.

ITALIA
“Grande Amore” è la classica canzone d’amore italiana strappamutande d’altri tempi. I tre tenorini sono già conosciuti all’estero e il brano convince facilmente. Dopo Sanremo, quella all’Eurovision potrebbe essere un’altra vittoria annunciata, per cui prepariamoci ad organizzare l’edizione 2016.

LETTONIA
Se i The Knife si dilettassero a fare dubstep e mettessero una qualunque cantante pop, verrebbe fuori più o meno una roba come questa. Nel bene e nel male, “Love Injected” mi sembra il brano più “sperimentale” di quest’edizione. Ho scritto “sperimentale” volutamente tra virgolette.

MALTA
La musica sembra pensata apposta per la manifestazione, questo brano era tra i favoriti prima della vittoria de Il Volo a Sanremo (la selezione nazionale di Malta è tra le prime in ordine di tempo). Non male, ma tutto già sentito. Se volete c’è anche la nuova versione, con qualche tono in meno e un arrangiamento stravolto.

PAESI BASSI
Dimenticatevi il country pop dei Common Linnets, quest’anno l’Olanda cambia genere e propone un brano tanto orecchiabile quanto ripetitivo. Cliccate a vostro rischio e pericolo, entra in testa facilmente. Ho letto che la cantante è famosa da anni nel suo Paese. Sento che arriverà tra i primi dieci.

REGNO UNITO
Gli inglesi, esportatori di grande musica nel mondo, sanno bene come NON vincere l’Eurovision. Quest’anno la BBC ha spiazzato il popolo della rete scegliendo internamente una canzone electro-swing che personalmente trovo una trollata, eppure allo stesso tempo mi piace (per ora) e la ascolterò fino a quando non mi stancherà, cioè per una settimana.

SLOVENIA
Ecco qui la mia preferita di questa edizione! Una produzione pop ben curata, una casa discografica italiana (Dance And Love) e un ritornello irresistibile. “Here For You” di Maraaya ha tutte le carte in regola per sfondare, spero anche nelle radio italiane. Io ho notato una vaga somiglianza con la canzone vincitrice dell’edizione 2010, e la parte coi violini mi ricorda “Astounded” dei Bran Van 3000.

SVIZZERA
Ecco la Katy B svizzera. Non mi viene nient’altro da dire su questa canzone, a me piace ma rischia di confondersi tra le altre, visto che c’è tanta roba simile dentro e fuori l’Eurovision. Ho letto nei commenti che il suo inglese non è perfetto, dissero lo stesso del simpaticissimo concorrente dell’anno scorso che secondo me meritava di classificarsi più in alto.

UNGHERIA
La canzone più paracula dell’Eurovision 2015, testo fuori metrica, se avesse almeno una base decente sarebbe stato un buon pezzo. Per i bookmakers è a metà classifica. Staremo a vedere. Peace & Love.

Le altre canzoni le recensirò in un altro momento, se ne avrò voglia. Ora vado a dormire felice al pensiero di essere finalmente riuscito a scrivere un post serio in questo schifo di blog.

martedì 3 marzo 2015

Abbasso il fumo

Cambiare casa è un’esperienza stressante per tutti, lo sarà ancora di più per me che vivo qui da quando sono nato. Per varie ragioni burocratiche e personali che non sto a spiegare, tra qualche mese dovremo lasciare la casa in cui ho vissuto per 27 anni.
La casa in cui sono cresciuto, in cui ho studiato e in cui litigavo con mio padre, finché un “bel” giorno di dieci anni fa egli non passò a miglior vita.
I segni di queste liti sono ancora presenti in questa casa: muri del bagno lievemente spaccati.
Segni di quando mi chiudevo in bagno nel vano tentativo di sfuggire alle sue percosse.
Segni che lasciavo per il nervoso.
Segni che non abbiamo mai coperto né fatto riparare in questi anni.
Ma ora basta con i ricordi, il passato è passato, pensiamo al futuro.
Sì, ma quale futuro? In questi anni ho avuto tanti problemi che non vi sto a dire, e credo che il futuro sarà un’ennesima inculata che si aggiungerà alle tante.
Prima di tutto saremo in affitto, e quindi dovrò dare conto al padrone di casa, e fin qui ci siamo.
E poi dovremo per la prima volta convivere con il compagno di mia madre.
Un uomo col quale fortunatamente vado d’accordo e mi vuole molto bene.
Ora vi starete chiedendo dove sia il problema. Semplice: è un fumatore.
Lo è anche mia madre, ma tra un po’ ne saranno due!
Aiuto! Per me, fiero salutista non fumatore, sarà un incubo!
Già fatico a far rispettare le mie severissime regole qui dove sono, mia madre fuma chiusa in bagno o fuori al balcone, ma a volte, quando finisce di fumare la sua sigaretta, dimentica la porta o la finestra aperta, e quando lo fa, per me sono urla, bestemmie e pugni al muro o alla porta che ogni volta rischio di spaccare, e a ciò si deve l’estrema apprensione di mia madre circa le porte di quella che sarà la nostra nuova casa.
Già la puzza di fumo la sento lo stesso anche se mamma esce dal bagno e richiude la porta in due secondi. Io, non fumatore, ho un olfatto molto sviluppato, e anche una personalità sviluppata (sarò duro, ma per me i fumatori sono stupidi pecoroni, l’ho sempre pensato).
È da anni che cerco di convincere mia mamma a smettere di fumare, ma è una testa di cazzo, non c’è niente da fare. Se lo facesse, mi farebbe il più bel regalo di sempre. E gliene sarei eternamente grato. Ma lei pensa solo a sé stessa e questa emozione non la proverà mai. Vabbè, continuiamo.
Sarebbe bello instaurare una vera e propria dittatura antifumo, ma mi prenderebbero per uno psicopatico fascista, anzi mi è stato già detto.
Non serve a niente neanche esporre i lati positivi di questa conquista (perché smettere di fumare è una conquista), cioè avere meno possibilità di ammalarsi di cancro, sentire bene gli odori, risparmiare soldi e poter salire due piani a piedi senza avere l’affanno. Io riesco a farne cinque tranquillamente. Già provato, abito da sempre in un quinto piano e le poche volte in cui non funzionava l’ascensore sono salito a piedi senza troppi problemi.
Certo che è davvero strano. Milioni di italiani si fanno infinocchiare da un sistema antidemocratico che riduce alla fame sempre più persone, senza che nessuno faccia niente, e con me che imporrei una dittatura antifumo farebbero una rivoluzione! Come cazzo è possibile?
Davvero credono che fumare sia più importante che avere la sicurezza di un lavoro, uno stipendio e una casa? Già, la casa…
Davvero vogliono continuare a fumare nonostante l’aumento dei prezzi delle sigarette degli ultimi anni, per poi lamentarsi di non arrivare a fine mese?
Davvero vogliono continuare ad avere i polmoni otturati e svegliarsi più volte di notte con l’urgenza di fumare una sigaretta come fosse ossigeno, per poi lamentarsi di non riuscire a connettere al mattino pur dovendo andare a lavorare?
Che cazzo di vita è questa?
Un pacchetto al giorno costa in media 400/450 euro al mese. Io con quei soldi mi comprerei un nuovo computer, ché questo non va più bene. Se solo tutto dipendesse da me, se solo fossi indipendente.
Anzi, ho il preventivo da quattro mesi, è ancora lì, non è ancora stato fatto niente.
Il nuovo pc mi costerà 389 euro.
Fate due calcoli, mettetevi nei miei panni e capirete perché sono così arrabbiato.
Ah, per quanto riguarda il mio account Facebook, l’ho riavuto il giorno dopo aver scritto il mio precedente post. Ma rimane comunque un compromesso inaccettabile, come lo è per me vivere con un fumatore, anzi con due fumatori.
La mia ragazza ideale dev’essere assolutamente non fumatrice, non bevitrice, amante della musica (tutta la musica, anche pop, house e simili, non fate le schizzinose), possibilmente senza tatuaggi né piercing.
Una persona semplice, e allo stesso tempo intelligente e sensibile. Un po’ come me, insomma.
E soprattutto, non deve rompermi i coglioni.
Se è figa o meno non importa. L’aspetto fisico non è tutto.
E se tutti la pensassero come me, si vivrebbe in un mondo migliore. Scusate la “modestia”.
Se questo post ha suscitato l’ira dei lettori fumatori, sono cazzi loro.

mercoledì 25 febbraio 2015

Post #1

Non vi sto a dire chi sono né cosa faccio nella vita perché non mi piacciono le presentazioni, e poi oggi sto particolarmente scazzato per una cosa che non è la prima volta che mi succede, ma che - vi giuro su Satana - mi dà tremendamente al cazzo: mi hanno bannato da Facebook. Non un ban temporaneo di uno o tre giorni come mi è successo per ben quattro volte nel solo anno 2014, ma un ban "permanente", almeno finché non metterò il mio vero nome.
Ebbene sì, mi hanno chiesto la carta di identità, cioè vi rendete conto?
LA CARTA DI IDENTITÀ! Qualcosa di estremamente personale, che mi spingerà a mettere il mio vero cognome pur non avendolo mai messo prima d'ora. Ho sempre avuto un nick, è da quattro anni che ho questo nick e, fino a circa l'inizio dell'anno scorso, nessuno mi rompeva il cazzo.
La verità è che secondo me mi stanno prendendo di mira da diversi mesi, perché le posizioni che esprimo sono scomode, non piacciono. Oggi, per stare su Facebook, devi avere il tuo vero nome, ma ciò non basta: devi essere assolutamente vegano, complottista o uno di quei fighetti che ascolta solo De André e vomita al pensiero di ascoltare musica anche solo vagamente commerciale.
E, cosa importante, devi essere comunista o comunque avere idee perbeniste da zecca rossa.
Cosa dicevamo su Facebook? Ah sì, Facebook ormai è diventato un sito di merda controllato da sfruttatori che non hanno il minimo senso dell'umorismo.
Stavolta per farmi sospendere il profilo non avevo scritto assolutamente nulla di strano, avevo messo come foto profilo l'immagine di un film visto ieri pomeriggio, "Idiocracy".
Un film spassoso e amaro allo stesso tempo, un film geniale che consiglio a tutti di vedere.
L'immagine "incriminata" è una scena in cui appare un falso documento di identità col nome "Sure, Not".
Ecco, essere sospeso per questo motivo mi ha mandato particolarmente in bestia.
Ora non si può neanche mettere la scena di un film? Non si può neanche scherzare e fare satira?
Quindi quel "Je suis Charlie" che si leggeva ovunque qualche settimana fa era solo l'ennesima moda?
Temo proprio di sì.
Qui nessuno è Charlie, purtroppo. Non puoi essere Charlie, vieni censurato subito, soprattutto se lo scrivi in un social di merda creato da uno che oggi è ricchissimo grazie alla sua idea e grazie anche a noi polli che per anni ci siamo cascati e abbiamo creduto fosse un sito tollerante, visto che ormai si iscrivono cani e porci.
Alcuni hanno capito la trappola prima di me e sono riusciti a cancellarsi per sempre.
Hanno fatto benissimo!
Però mi chiedo, per quale cazzo di motivo Facebook ha messo quella regola della carta di identità solo ora e non quando fu fondato da Zuckerberg nel lontano 2004?
Non potevano metterle dall'inizio, quando Facebook era appena nato, così essendone a conoscenza non ci saremmo mai iscritti? Hanno fatto di tutto per farci fidelizzare, il loro è stato un piano diabolico!
Ok massoni, anche stavolta avete vinto voi. Al mio account non posso rinunciare, ho tante cose, amici, commenti, post, tutta roba che avrei potuto mettere in un blog.
E io, da bravo pirla, non ho mai voluto crearne uno. Almeno fino a stasera.
Al momento di scrivere, non ho ancora riavuto il mio profilo, potrei riaverlo domani, potrei riaverlo fra una settimana, fra un mese, o mai. Boh. Ormai non c'è più certezza.
Rimpiango il web di 15 anni fa, quel web libero, anarchico e anonimo, quel web in cui mostrare foto e nome vero era da sconsiderati, quel web in cui era impensabile scrivere il numero di cellulare, figuriamoci essere obbligati a metterlo ad ogni creazione di un nuovo account.
E rimpiango ancora di più il fatto di non averlo mai conosciuto, di aver avuto la mia prima connessione internet solo nel 2008.
Chiudo questo sfogo con una domanda: quale malato criterio hanno quelli di Facebook a non far bannare, nonostante le mie ripetute segnalazioni, le pagine estremiste di vegani e neonazisti che fanno terrorismo psicologico, e a rompere il cazzo a un bravo ragazzo come me?
Augurare il cancro a chi mangia carne e beve latte non è forse passibile di ban, se non anche di denuncia?
O Facebook si è venduta alla lobby veganazianimalista?